Scuola e Università

L’istruzione dovrebbe essere un pilastro per “una grande città dedita al lavoro” – così viene solitamente dipinta Monza dagli amministratori – e invece rimane un capitolo perlopiù ignorato dalle politiche del Comune. I problemi sono numerosi, ma si possono dividere in due grandi categorie: quello della fruibilità, ovvero come le scuole possano rimanere aperte e svolgere al meglio la loro funzione educativa e formativa, e quella della sicurezza, che include le questioni legate agli spazi e all’edilizia scolastica. Un problema ormai radicato e diffuso in tutto il Paese, ma che a Monza si manifesta nell’abbandono ormai decennale di interi edifici, di cui l’ex Borsa è clamoroso esempio.

Per quanto riguarda le scuole elementari e medie, i problemi derivano soprattutto dai costi extra che le famiglie devono affrontare, di cui raramente ci si accorge se non li si subisce in prima persona, ma che impediscono a molti bambini di vivere appieno la scuola. Si considerino ad esempio i costi della mensa scolastica: i prezzi dovrebbero essere calmierati per permettere a tutti i bambini di mangiare assieme, senza una divisione in classi sociali invece che scolastiche. Altro obiettivo, funzionale a consentire una parità delle esperienze fruibili dagli alunni durante l’apprendimento, è quello di riuscire a salvare laboratori e progetti extrascolastici, eventualmente accorpando progetti di diverse scuole, di modo da renderli sostenibili economicamente e di far conoscere tra loro ragazzi provenienti da istituti diversi.

L’università, essendo un’istituzione indipendente, non ha fortunatamente problemi di edilizia e a Monza è presente la facoltà di medicina e chirurgia dell’università degli studi di Milano Bicocca, situata all’interno del Nuovo Ospedale, non è interamente nel comune di Monza, ma divisa con Vedano e Lissone. La facoltà è molto scollegata dal centro cittadino e dalla stazione con grossi problemi nell’essere raggiunta sia coi mezzi pubblici che con bici o mezzi alternativi cosa che condivide con molte delle scuole superiori monzesi come esprimiamo bene nella tesi dedicata ai trasporti ed alla sostenibilità. Oltre ai pessimi trasporti, un marchio di fabbrica per la città, il quartiere Cazzaniga è uno dei più cari della città e quindi gli studenti fuorisede si trasferiscono preferibilmente a Lissone o Vedano, distaccando ancora di più questa sede universitaria dal contesto cittadino.
Se nelle scuole primarie le condizioni delle strutture scolastiche risultano migliorabili, ma tutto sommato accettabili, negli istituti superiori le condizioni di sicurezza e l’economia degli spazi sono precarie: le scuole sono sovraffollate, senza spazi adeguati, spesso con settori danneggiati e ambienti usurati. La storia è sempre la stessa: siccome la competenza dell’edilizia scolastica delle superiori è in capo alla Provincia, nessuno se ne occupa, mentre gli studenti e le loro famiglie, dopo anni di battaglie, si sentono presi in giro da parte di alcune istituzioni.
È questo il caso della sopracitata vicenda dell’ex Borsa che, abbandonato da 9 anni a questa parte, questo settembre ha subito ulteriori danni con il crollo di parte del tetto. La Regione, che da anni millanta fondi per la riqualificazione della Villa Reale e quindi anche dell’ex Borsa, afferma che ci vorranno ulteriori due anni per rendere nuovamente agibile gli stabili.
Questa vicenda limite è però esemplificativa dei problemi strutturali delle scuole superiori monzesi, ormai storici, e dimostra come sia necessario un pressing politico e istituzionale per riuscire a rendere sicure le scuole della nostra città.

Come già ricordato nella sezione sulle politiche culturali, tasto dolente nell’ambito delle politiche rivolte alla scuola è quello dei servizi agli studenti, medi o universitari che siano, dato che il sistema bibliotecario non è in grado di garantire abbastanza postazioni studio, soprattutto durante i periodi d’esame. Addirittura la biblioteca della facoltà di Medicina dell’Università Bicocca deve farsi luogo di studio per gli studenti esterni, fortunatamente riuscendo a offrire una postazione a una buona parte del gran numero di studenti universitari pendolari monzesi, ma che non in maniera sufficiente: così, molti studenti monzesi preparano i loro esami nelle biblioteche di Cinisello Balsamo, Lissone, Desio, a causa dell’affollamento delle aule studio e degli orari di apertura ridotti. Queste problematiche sono aggravate dalle pessime condizioni delle scuole, dalle “classi-pollaio”, e in ultimo dalla pandemia che stiamo vivendo. Tutte tematiche che non sono di competenza comunale, ma che una buona parte della cittadinanza, la più giovane, vive tutti i giorni. Anche il Comune può fare la sua parte: c’è bisogno di nuovi spazi, sia per lo studio che per l’aggregazione, per garantire a tutti gli studenti salute e diritto allo studio. Il recupero di alcuni stabili di proprietà comunale come l’Ospedale Vecchio potrebbe essere l’inizio di un’opera di restauro fisico e culturale della città.

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