Questo articolo riporta alcune considerazioni sorte a seguito della lettura dell’articolo “I diritti fondamentali alla prova del coronavirus. Perché è necessaria una legge sulla quarantena” di G.L. GATTA pubblicato su Sistema penale, di cui condividiamo il link: https://sistemapenale.it/it/articolo/diritti-fondamentali-coronavirus-necessaria-una-legge-sulla-quarantena-gian-luigi-gatta
- Il diritto nei momenti di crisi/emergenza non deve perdere la propria funzione di disciplinare la realtà secondo i limiti dei principi costituzionali fondamentali.
L’eccezionalità non si pone fuori dal diritto: opinare diversamente significa aprire a derive autoritarie. Per non perdere questa funzione c.d. regolatrice è necessario che il “diritto dell’emergenza” sia particolarmente chiaro, comprensibile ed immediato.
- L’emergenza/la crisi non legittima l’abbandono dei diritti costituzionali.
Lo Stato e/o i suoi poteri, durante la crisi, devono attenersi a delle procedure conformi ai principi costituzionali; perché ciò sia rispettato è opportuno che le procedure siano, almeno nelle loro linee, predeterminate rispetto all’evento che comporta la crisi.
il diritto dell’emergenza deve garantire il rispetto dei diritti fondamentali
- I divieti per essere legittimi devono rispettare 5 requisiti
– in base al principio di legalità devono essere previsti per legge o per atto avente forza di legge;
– in base al principio di tipicità devono essere specifici, ovvero predeterminate per presupposti e modalità;
– devono essere ragionevoli/necessari e proporzionati al rischio;
– devono essere temporanei;
– deve essere consentito il ricorso giurisdizionale avverso l’applicazione degli stessi.
Opinioni personali:
Nell’ambito di una società complessa non esistono diritti assoluti: tutti i diritti sono soggetti a bilanciamento in ragione dell’esistenza di altri diritti.
In ragione di ciò, il concetto di libertà deve essere considerato sempre connesso a quello di responsabilità: se qualcosa non è vietato, io sono libero di farlo, ma ne rispondo.
Invece, ad oggi, è diffusa l’erronea percezione secondo cui il concetto di libertà coincida con il “faccio quello che mi va, quando mi va perché mi va”.
Tale fraintendimento risulta particolarmente pericoloso laddove si verifichino situazioni di emergenza, perché la paura porta al rigetto della libertà, della complessità delle scelte e della responsabilità individuale a favore dell’ordine stabilito dall’Autorità.
In una fase di emergenza, invece, è essenziale non abbandonare i principi costituzionali, tra cui quello di autodeterminazione: reclamarne l’abbandono a favore dell’eterodirezione vuol dire abbracciare, implicitamente, il concetto di “Stato padrone”.