La tutela ambientale è oggi una priorità. Ce lo diciamo, ormai da tempo. Siamo tutti Greta Thunberg. Il movimento Fridays for Future è diventato un esempio e un monito, cui nessuna coscienza può sfuggire. Eppure le cose non sembrano andare esattamente nella direzione proposta da giovani di tutto il mondo che ogni venerdì scendono nelle piazze a ricordarci che il tempo per agire è adesso.
Alla luce di ciò, si può e si deve imboccare questa direzione anche partendo dalla nostra città. Riunire attorno a un tavolo associazioni, gruppi, cittadine e cittadini, ci è parso un passo importante per iniziare con l’immaginare insieme una Monza all’avanguardia sulla tutela ambientale e del territorio. Solo un sogno? Di certo oggi è un’impellenza, innanzitutto per il benessere e la salute dei cittadini.
Secondo l’annuale dossier di Legambiente sulla qualità dell’aria in Lombardia pubblicato a gennaio 2019, Monza ha superato i limiti di legge per pm e ozono per ben 140 giorni nel 2018, confermandosi sul podio di questa triste classifica, in terza posizione dopo Brescia e Lodi.
“In molte delle città capoluogo risultate fuorilegge il contributo all’inquinamento è determinato da diverse interazioni tra sorgenti differenti (traffico, riscaldamento, industrie e agricoltura su tutte), e spesso ogni singola città ha delle peculiarità che ne peggiorano lo stato” ha dichiarato allora Legambiente (https://www.ilcittadinomb.it/stories/Cronaca/malaria-2019-monza-ancora-sul-podio-del-dossier-di-legambiente-sullinquinamen_1300404_11/)
Lo sappiamo: viviamo immersi nel cuore pulsante dell’attuale sistema economico. La Brianza che lavora e che produce. È sempre stato motivo di vanto per questa terra che separa la Milano da bere dai monti. Ora riteniamo sia il caso che la Pubblica Amministrazione si interroghi su cosa costi questo “lavorare e produrre” in termini di impatto ambientale e per la salute dei cittadini, e agisca di conseguenza.
Che si tratti di impianti inquinanti o di mobilità, se la Brianza che lavora e che produce non si chiede quali siano i “prodotti secondari” dannosi di tutta questa alacrità sbaglia strada. Vista la situazione attuale, continuare a governare la città mantenendo lo status quo è colpevole. Occorre essere lungimiranti e audaci, per impostare un modo radicalmente innovativo di concepire la mobilità coniugata con la sostenibilità, e per intervenire con determinazione laddove il territorio viene stuprato per il profitto di pochi.
Un piano del trasporto pubblico adeguato alle necessità di spostamento dei monzesi, una rete capillare di “strade per le biciclette” manutenute e illuminate che connetta Monza alle città limitrofe, interventi tempestivi in caso di rischi per la salute dei cittadini, come nel caso di Asfalti Brianza.
Queste sono alcune delle ipotesi di lavoro per immaginare una città e un territorio a misura dei cittadini, delle loro esigenze e delle loro aspirazioni.