Nel mese di febbraio 2019 Labmonza ha dato il via alla sua campagna chiamata “Liberi di studiare”.  L’obiettivo è stato quello di dar voce agli studenti monzesi attraverso la compilazione di un questionario, online o cartaceo.  I protagonisti sono stati 370, la maggioranza dei quali iscritti all’università, e sono stati intercettati al di fuori dalle biblioteche o aule studio della cittadina. Potete leggere il report a questa pagina.

Le problematiche principali emerse dalla ricerca non sorprendono: i posti per studiare non sono sufficienti per tutti gli studenti, e durante il fine settimana le biblioteche sono inaccessibili perché chiuse. 

I punti di incontro per gli studenti provenienti dai comuni della provincia come la Biblioteca Civica, nel cuore di Monza, sono considerati “troppo confusionari” per il fastidioso brusio al loro interno: ciò scoraggia molti studenti a usufruirne come vorrebbero, oltre ad indicare un evidente limite delle strutture pubbliche della nostra città.

Il luogo preferito in cui concentrarsi e più frequentato dagli universitari è, invece, l’aula studio del NEI. Offre infatti orari meno vincolanti rispetto ad altre biblioteche, accogliendo gli studenti anche la domenica, con anche una migliore attrezzatura.

Difatti, un’altra problematica su cui occorrerebbe intervenire è la scarsa disponibilità di prese elettriche dalle quali caricare i propri dispositivi. Sempre più studenti, infatti, prediligono o hanno necessità di studiare attraverso tablet o computer, e la necessità di collegarli alla corrente è un fattore vincolante. Un problema, questo, che affligge tante biblioteche fra cui in particolare Biblioteca Cederna (ma anche la Civica!). Sempre nell’ambito tecnologico, anche la possibilità di collegarsi ad una connessione wi-fi funzionante diventa sempre più una necessità primaria, che oggi non è fornita in modo minimamente adeguato.

Si potrebbe pensare che il problema stia nella preferenza degli studenti monzesi a frequentare la zona di Milano, sia per il tempo libero che per l’attività di studio.

Ma ben l’84% dei ragazzi brianzoli afferma che frequenterebbe maggiormente la propria città, se solo migliorasse le condizioni delle sue strutture adibite allo studio. 

Il mancato intervento sulle problematiche emerse sarebbe pertanto una perdita per Monza per almeno due motivi: indebolirebbe il suo status di terza città della Lombardia per popolazione, ma soprattutto, vedrebbe i suoi giovani, delusi, scappare cercando altrove i servizi che gli spettano come cittadini.