Si parla di abolire i decreti sicurezza – e per fortuna. Nel settore in molti attendevano che Lamorgese si pronunciasse in merito.
Dopo l’annuncio di una sanatoria per gli irregolari (loro malgrado) arriva un ritocco in aumento della cifra pro capite/pro die per i rimborsi dei centri di accoglienza. La sanatoria per regolarizzare i lavoratori extracomunitari senza permesso di soggiorno è stata invece respinta dalla Commissione bilancio del Senato.

Questi primi passi sono poca cosa, se comparati con la necessità urgente di una riforma strutturale del sistema di accoglienza, che lo renda efficace per garantire l’effettivo inserimento nel contesto socioeconomico dei migranti che hanno fatto richiesta di asilo politico in Italia.
Garantire l’inserimento: è questa la mission delle circa 35.000 lavoratrici e lavoratori del settore. Senza contare l’indotto, fatto di centri per la mediazione culturale, avvocati, centri di supporto psicosociale, insegnanti di italiano, servizi di manutenzione… Per garantire l’inserimento serve un sistema ben organizzato, funzionante, giustamente retribuito per il servizio reso a tutta la comunità.

Tagliare i fondi già scarsi, come a suo tempo fatto da Salvini, non fa altro che aggravare le falle di un sistema già carente.

Si inserisce nel dibattito a gamba tesa il sindaco di Monza: di fronte alla paventata ipotesi di abolire i decreti sicurezza, Allevi si dichiara pronto a scendere in piazza e restituire la fascia tricolore.

Qualora accadesse, non ce ne dorremo.

Probabilmente Allevi non ricorda, o volutamente omette, che proprio il pacchetto sicurezza di Salvini, con l’eliminazione della protezione umanitaria, ha avuto come esito l’aumento degli irregolari sul territorio italiano. Ricordiamo al Sindaco che, se ha difficoltà a gestire le poche persone redistribuite nel nostro territorio, non è colpa dei numeri (tutto sommato esigui), bensì di un sistema disfunzionale originato dall’inadeguatezza della Legge Bossi-Fini, che il pacchetto Salvini e la politica dei “porti chiusi” hanno reso persino peggiore. Sono proprio questi decreti che rischiano di generare una bomba sociale che ci costringerà a correre ai ripari quando sarà già tardi.

I decreti sicurezza – commentano dall’RSA CGIL della Cooperativa Aeris di Vimercate –, da Minniti a Salvini, sono concepiti per generare marginalizzazione e insicurezza, innanzitutto per le persone richiedenti asilo, e, a ricaduta, per tutto il tessuto sociale“. Persone che, pare necessario ricordarlo, hanno dovuto lasciare le loro vite e i loro cari per mettersi al riparo da guerre e miseria, e qui cercano un futuro possibile. I decreti sicurezza precarizzano la vita dei richiedenti asilo, fino a privarli della possibilità di continuare il percorso di inserimento a conclusione dell’iter dei documenti, magari dopo 3 o 4 anni di permanenza sul territorio. “Abbiamo visto persone con un lavoro regolare, con progetti di studio e di vita ritrovarsi senza nulla da un giorno all’altro, diventare invisibili, fantasmi per le istituzioni” continua l’RSA CGIL.

Il rischio che queste persone divengano preda di sfruttatori e criminalità organizzata è alto. E i decreti sicurezza li spingono inevitabilmente nella più drammatica illegalità.

Concetti troppo complessi per il nostro Allevi, il quale, nella sua limitatezza, vede il vasto e complesso mondo diviso in due categorie: i “disperati” e i “delinquenti”.
Migranti, senzatetto, questuanti, le persone afflitte dal male della povertà, subiscono la duplice ingiustizia della marginalizzazione e della criminalizzazione.
Afferma il Sindaco, riferendosi a Salvini: “C’è una sola persona che ha cercato di porre un freno alla scelta sconsiderata di fare arrivare tutti questi immigrati”. Ma non è sconsiderato per Allevi bloccare in veri e propri campi di concentramento alle porte dell’Europa, in Libia, la meglio gioventù africana, traumatizzandola a vita o condannandola a vivere come una massa fantasma e sans papier quando approda in Italia, con la costante minaccia di finire in Centri di Permanenza e Rimpatrio (CPR), moderni lager, uno dei quali anche a Milano.

I movimenti migratori degli esseri umani sono un fenomeno antico e complesso, che non si può affrontare attraverso la miope ed egoista politica del NIMBY (Not In My Back Yard – tradotto: purché non succeda a casa mia, del resto poco mi importa). I movimenti migratori che fanno sì che le persone approdino in Italia e in Europa sono un fenomeno fisiologico, legato a problemi di portata mondiale, quali guerre, crisi ambientali, povertà. Finché ci sarà diseguaglianza, ci saranno le migrazioni. O si agisce alla radice, oppure è miope, sciocco e disumano pensare di poter semplicemente “abolire la migrazione” bloccando le sofferenze di milioni di persone lontano dai nostri occhi.

Il “problema” insomma non sono i migranti, ma le condizioni di diseguaglianza che affliggono il nostro pianeta.
Allevi e i suoi preferiscono fare la voce grossa e trattare le persone come un problema da espellere.

Esistono soluzioni vere, basate sull’accoglienza e l’inserimento, esistono delle professionalità e delle competenze in grado di gestire questa situazione. I migranti possono risultare una ricchezza per il territorio, a voler dare loro la chance di ricominciare.

Le istituzioni, dal comune allo Stato, dovrebbero intervenire per dare un’alternativa concreta alla miseria e alla delinquenza a chiunque voglia elevarsi dalla povertà, siano questi migranti, nuovi italiani o italiani da sempre, aiutandoli davvero a farcela, senza discriminazioni e alla luce del sole.