«Sicurezza! Sicurezza! Sicurezza!» Questa sembra essere l’unica parola che l’attuale amministrazione sia in grado di pronunciare o di comprendere. Tutto diventa un problema di sicurezza, a cui dare risposte securitarie. Con risultati disastrosi sotto gli occhi di tutti, visto che queste politiche non mostrano nessun effetto, nonostante i quasi macchiettistici tentativi di usare il (bravo) cane Narco per sbandierare il sequestro di qualche dose di hashish.

Ma che anche via Bergamo – che negli ultimi anni ha vissuto una rinascita che la porta ad essere il fulcro della pur molto spenta vita serale e notturna monzese – venga ridotta esclusivamente ad un problema di ordine pubblico è davvero troppo.

Si può ben leggere dalla stampa difatti che l’amministrazione ha deciso di schierarsi acriticamente al fianco del sedicente «Comitato Monza Civile», implementando misure repressive tese a soffocare la pur fragile economia di Via Bergamo: addio alla Ztl, più controlli e soprattutto l’autorizzazione di un solo evento o mercatino al mese nella via.

L’amministrazione insomma sposa le ragioni di un comitato che dichiara di contare più di 60 iscritti nonostante non raccolga nemmeno 60 fan alla propria pagina Facebook, mortificando invece gli sforzi di decine di associazioni ed esercenti responsabili e migliaia di cittadini che animano quotidianamente via Bergamo.

È ora di gridare forte e chiaro che non è possibile soffocare una delle poche esperienze attive di rigenerazione sociale e commerciale a Monza derubricandola a problema di ordine pubblico e degrado.

Via Bergamo non è un problema che va soffocato, è un modello che va diffuso a livello cittadino. Serve collaborazione fra amministrazione, esercenti, associazioni e abitanti per supportare lo sviluppo di tante vie e aree simili, con un tessuto sociale ed economico attivo, che garantiscano finalmente alla popolazione un’offerta degna del suo ruolo di terza città della Lombardia.

Certamente oggi via Bergamo vive dei problemi legati alla sua vita notturna e non potrebbe essere altrimenti: non è pensabile che una sola, breve via ospiti una quota preponderante della vita notturna di una città di più di 120000 abitanti!

Di fronte a questa situazione, la logica vorrebbe che si lavorasse per decongestionare l’area di via Bergamo favorendo una «Movida diffusa» per la città: a beneficiarne sarebbero i cittadini di Via Bergamo, i cittadini degli altri quartieri, le associazioni socioculturali ma anche l’economia cittadina, che ha quantomai bisogno di stimoli.

Per attuare ciò, ci vorrebbe una sapiente regia di concerto fra l’Assessorato alle Politiche Giovanili, quello al Commercio e quello alla Cultura. Invece il primo si dedica a promuovere come politiche giovanili l’impiego di giovani con lievi pene sospese per imbiancare i muri, e gli altri due non sono mai pervenuti al di fuori del centro storico.

Quest’amministrazione decide di compiere tutto ciò che è in proprio potere per rendere Monza una città ancora più spenta, deserta e povera. È urgente che tutte le realtà progressiste di Monza si uniscano e compiano tutto ciò che è in proprio potere per impedirglielo.

Alessandro Gerosa