Stamattina si è tenuta a Biassono una conferenza stampa cui hanno preso parte la Lista per Biassono, il Coordinamento Ambientalista Osservatorio PTCP di Monza e Brianza e LabMonza, durante la quale è stato presentato un comunicato congiunto contro il progetto di destinare ampie porzioni dell’Area di Interesse Provinciale situata tra i comuni di Biassono, Monza, Lissone e Vedano all’edificazione di impianti commerciali e industriali. Un progetto su cui l’amministrazione monzese si è già detta non interessata, mentre al contrario i Comuni di Vedano e soprattutto di Biassono stanno spingendo affinché il progetto vada in porto.
Quest’operazione, se non contrastata per tempo, potrebbe comportare la perdita di una vasta area di territorio ancora verde, tra le poche ancora rimaste.
La situazione di Biassono è particolarmente critica, vista l’entità dell’intervento che s’intende mettere in atto. Per questo motivo sosteniamo la lotta di Lista per Biassono, che nei prossimi mesi si vedrà impegnata nella raccolta firme per indire un referendum consultivo in merito.
Ma è indispensabile presidiare la questione da oggi in avanti anche a Monza e in tutti i comuni coinvolti, specialmente in vista della tornata elettorale, che potrebbe riportare alla guida delle città al voto quelle forze politiche che hanno per lunghi anni lasciato carta bianca alla speculazione edilizia.
E’ un impegno che, come LabMonza, intendiamo assumerci, consapevoli del fatto che solo formando un ampio schieramento su scala provinciale, capace di raccogliere attorno a sé un consenso trasversale, sarà possibile bloccare la sistematica cementificazione del territorio.
Invertire la tendenza è possibile: esistono forme d’impiego dei terreni che non comportano la distruzione del patrimonio ambientale e che tuttavia possono dare un ritorno non solo paesaggistico e naturalistico, ma anche economico.
Ribadiremo questo nostro impegno domani, alle 15.00, in via Lambro 6, presso la sede del Comitato elettorale per Roberto Scanagatti Sindaco – occasione nella quale descriveremo nel dettaglio il piano d’intervento. Con noi saranno Lista per Biassono e Lissone Bene Comune.
Qui di seguito pubblichiamo il comunicato integrale e l’estratto del nostro intervento di stamani.
BRIANZA: FERMIAMO IL CONSUMO DI SUOLO!
LabMonza appoggia e sostiene la campagna della Lista per Biassono e ribadisce l’unità d’intenti nel fermare la cementificazione della nostra Provincia, che, in decenni di speculazione edilizia, ha visto inesorabilmente ridotte le aree verdi e le zone agricole, in nome di interessi economici che hanno profondamente danneggiato l’ambiente e il paesaggio di queste zone.
Gli effetti di queste operazioni sono già visibili agli occhi di tutti: la nostra Provincia, specialmente in quella sua porzione più prossima a Milano, non vede quasi più soluzione di continuità.Il consumo di suolo ipotizzato nel complesso del progetto ammonta a circa 430.000 mq. Una misura considerevole, se si pensa che il Piano di Governo del Territorio di Monza, recentemente entrato in vigore, stima nella misura di circa 130.000 mq il consumo di suolo ammesso sul complesso del territorio comunale. Stiamo parlando quindi di una superficie circa tre volte superiore, in zone che, stando alla normativa del PCPT sarebbero “da ritenersi strategiche dal punto di vista paesaggistico per il mantenimento di spazi inedificati fra tessuti urbanizzati limitrofi e per conservare l’identità propria di ogni nucleo urbano“.
La norma stabilisce che eventuali interventi comportanti consumo di suolo debbano comunque prevedere: “la conservazione dello spazio libero in misura del tutto prevalente; una localizzazione dell’edificazione che garantisca la conservazione di uno spazio libero circostante, appoggiandosi al tessuto urbano già esistente; misure di compensazione territoriale“. Tuttavia, il progetto per Biassono, in base a quanto finora reso pubblico, non prevede tali misure di compensazione.
Al contrario, si prevedono insediamenti con un impatto notevole e di dimensioni considerevoli, sia residenziali che produttivi, privi di qualsiasi collegamento con la rete del trasporto pubblico. La notevole distanza da quella già esistente su ferro, nello specifico, le stazioni di Monza, Lissone e Biassono implicherebbe un carico ulteriore sulla rete viaria, e conseguentemente un incremento del traffico e dell’inquinamento atmosferico.
Oltre al danno ambientale e paesaggistico che un’ulteriore cementificazione nell’Area d’Interesse Provinciale comporterebbe, dovremmo quindi fare i conti con un aggravamento della già allarmante condizione in cui versa la provincia di Monza e Brianza in termini d’inquinamento.
A maggior ragione, sebbene la nostra città venga coinvolta solo marginalmente nel piano, pensiamo che sia necessario fare fronte comune per difendere quest’area come un patrimonio condiviso di tutta la provincia monzese, per il bene e la salute dei cittadini e del nostro territorio.
Siamo convinti che la direzione da seguire sia quella opposta: quella della tutela delle ultime aree verdi e della creazione di nuove, aprendo a quei progetti, pubblici e privati, che muovano in questo senso, in aderenza a quanto stabilito dalla legge. Questo è tanto più possibile, quanto più si riuscirà a lavorare di concerto tra associazioni e forze politiche del territorio. Una cooperazione che inizia oggi, con la diffusione di questo comunicato condiviso, e che proseguirà con il sostegno alla raccolta delle firme a Biassono per la convocazione del referendum consultivo e alla successiva campagna.
Per quanto concerne il Comune di Monza, non sono previsti interventi comportanti consumo di suolo nell’area coinvolta. Si tratta infatti di un’area già urbanizzata, situata nella zona retrostante l’Ospedale nuovo, che con il nuovo PGT, entrato in vigore il 3 maggio di quest’anno, verrà destinata a servizi.
Tuttavia esprimiamo tutta la nostra preoccupazione riguardo questo progetto d’intervento, anche in previsione di un’eventuale vittoria del Centro-Destra alle elezioni. Nel caso vi fosse un tentativo di superare quanto stabilito dall’attuale PGT, ci impegniamo già da oggi a seguire l’esempio di Biassono e a ricorrere allo strumento referendario.