«Tutto deve cambiare perché tutto resti come prima». Così viene da commentare l’assurda vicenda sul nuovo appalto rifiuti monzese, che alla fin fine sembrerebbe – il condizionale è d’obbligo – far tornare tutto in mano a Sangalli, nonostante la maxi-indagine “Clean City”, che vide coinvolta l’azienda assieme ad amministratori ed esponenti del PdL locale. Il condizionale è d’obbligo perché, se il Comune ha annunciato la firma del nuovo contratto con l’azienda, su tutto il processo pende ancora il giudizio del TAR, che si esprimerà a giugno sulla validità del concorso e potrebbe rimettere tutto in discussione.

«Il caso degli appalti rifiuti è la metafora di quasi cinque anni d’amministrazione Allevi: al di là dei roboanti proclami e autopromozioni, poco o nulla si muove, casomai peggiora» – commenta Arianna Bettin, portavoce di LabMonza – «Il nuovo appalto rifiuti per la città di Monza è una vicenda iniziata male, prolungatasi a dismisura nel tempo per attendismo e incapacità amministrativa e finita peggio, con la riconferma dell’incarico a un’azienda responsabile dal lontano 2008 a oggi della gestioni dei rifiuti a Monza, con cui il contenzioso pluriennale in sospeso col Comune si è concluso solo pochi mesi fa e che i cittadini ricordano bene per una condanna patteggiata per corruzione sugli appalti».

Dopo che lo slogan dell’assessore Sassoli “non un giorno di proroga” si è infranto contro una proroga di due anni e mezzo, si torna al punto di partenza: assegnazione all’azienda Sangalli, vista l’esclusione dell’azienda vincente in origine, ovvero la De Vizia Transfer S.p.a., sulla base di elementi raccolti da ANAC – un’esclusione che ha comportato l’apertura di un altro, ennesimo contenzioso che vede coinvolta la nostra città.

Per di più, i punti cardine annunciati per la nuova gestione sembrano assai modesti, generici e poco definiti: aumento della percentuale di raccolta differenziata, senza un’apparente strategia precisa per raggiungere questo ambizioso obiettivo, più attenzione per il decoro urbano, riduzione dei disagi derivanti dalla pulizia delle strade. Misure ben distanti dal rappresentare il forte cambiamento di cui la nostra città avrebbe bisogno. «Ancora una volta si è persa l’occasione per un radicale ripensamento nella gestione dei rifiuti cittadini – prosegue Bettin -, non si sono presi in considerazione altri modelli possibili, già adottati in altri comuni limitrofi virtuosi, che attraverso la creazione di reti e partecipate ampie riescono a offrire un ottimo servizio, oltre a sottrarre il Comune alle logiche dei privati e agli ingorghi legali che puntualmente si ripresentano ogni volta che si parla di gestione di rifiuti». Al contrario, saremo nuovamente vincolati – e per i prossimi cinque anni – al solito, vecchio modello, che ha già da lungo tempo evidenziato tutte le sue falle e carenze.

Foto tratta da monzaindiretta.it