Sono stati quasi 500 i questionari, cartacei e online, raccolti da LabMonza per ascoltare direttamente la voce, le opinioni e le proposte dei cittadini monzesi. Un riscontro ben oltre le aspettative, che dimostra la voglia delle persone di esprimersi e contribuire al dibattito sul presente ed il futuro della propria città, a patto che ci sia qualcuno disposto sinceramente ad ascoltare.
Le domande hanno riguardato un’ampia gamma di aspetti, centrati sul proprio quartiere: una valutazione della vita in esso secondo diversi temi (traffico, sicurezza, cultura, ambiente, etc.), le criticità e le proposte per migliorarlo, la percezione di cambiamento negli ultimi quattro anni e una maggiore cura o trascuratezza rispetto alla media. In ultimo, un affondo anche per verificare se Monza sia una “città dei 15 minuti”, ovvero se nei diversi quartieri la maggioranza dei cittadini abbia accesso nel giro di 15 minuti, a piedi, in bici o con i mezzi, a servizi utili.
Molti i risultati significativi, che possono essere consultati nel Report Questionari (clicca sul link) qui pubblicato . Il primo, il più tragico e preoccupante, riguarda il giudizio unanimemente negativo sull’offerta culturale e di eventi. Solo il 17% degli intervistati si dice soddisfatto o molto soddisfatto dell’offerta culturale nel proprio quartiere, e solo il 13% considera sufficiente la presenza di eventi. Un giudizio trasversale a tutti i quartieri tranne che per il centro storico, l’unico a salvarsi. Un dato che conferma tristememente quanto più volte denunciato: l’assessorato alla cultura ha dimenticato il significato della parola città, occupandosi solo del centro storico. Ma Monza è molto più grande del suo centro storico, dove vive il 14% dei suoi abitanti. Anche chi vive negli altri quartieri – l’86% della popolazione – ha diritto ad un’offerta culturale di livello. Questo dato viene confermato dalla percezione dei luoghi raggiungibili in 15 minuti: i luoghi più difficilmente accessibili da casa propria sono esattamente spazi culturali, biblioteche e centri civici, che rappresentano l’ossatura della produzione e dell’offerta culturale decentrata di una città.
Un secondo dato molto significativo è la percezione del cambiamento negli ultimi anni e della trascuratezza del proprio quartiere. Relativamente a quest’ultima, i quartieri facenti capo all’ex circoscrizione 2, San Rocco e San Fruttuoso sono i quartieri che hanno la peggiore percezione di sé: in entrambi, più della metà dei rispondenti ritiene che il proprio quartiere sia più trascurato della media della città. La percentuale di cittadini che ritengono che il proprio quartiere sia peggiorato o molto peggiorato va dal 35% nel centro storico al 45% nei quartieri dell’ex-circoscrizione 4. Quelli di chi ritiene che nulla sia cambiato va dal 49% nei quartieri dell’ex-circoscrizione 5 al 37% a San Rocco. Una sensazione generale di immobilismo generale o di peggioramento, da cui nessun quartiere si salva: una sensazione che conferma quanto le opposizioni hanno più denunciato in questi anni con lo slogan #tuttofermo, di generale e totale immobilismo di un’amministrazione impegnata a riempire le buche nelle strade (male, poiché lo stato di strade e marciapiedi è un altro dei temi dal giudizio impietoso), fare danni sulla raccolta dei rifiuti e proclamare tolleranza zero sulla sicurezza.
Ecco, la sicurezza. Il 35% dei cittadini si dichiara soddisfatto sul tema sicurezza, mentre il 31% insoddisfatto (e un altro terzo ha un giudizio neutro). Quando viene richiesto di elencare i problemi del proprio quartiere, la sicurezza è un tema che spesso emerge. Quando invece a quelle stesse persone vengono chieste proposte per il proprio quartiere, però, le proposte che fioriscono parlano di qualità del verde, ciclabili, spazi ed eventi culturali, progetti di impegno sociale a favore dei giovani e degli anziani. Ancora una volta i cittadini dimostrano di essere più avanti dei propri amministratori: sanno che la sicurezza passa dalla cultura, interventi sociali e per l’ambiente, non da roboanti ma inefficaci politiche securitarie.