La società Nuova Villa Reale Monza, attraverso le parole di Attilio Navarra, conferma l’immediato recesso del contratto di concessione del corpo centrale della Villa e lancia un ultimatum di 15 giorni per il pagamento di oltre 8 milioni di danni, annunciando la “consegna delle chiavi” il 15 gennaio. D’altra parte è da mesi che il corpo centrale della Villa Reale è chiuso al pubblico, rimanendo aperto solo per eventuali lussuosi eventi privati. Anche i lavoratori sono in mobilitazione almeno da luglio, chiedendo tutele per il proprio futuro lavorativo, dati gli ormai molti mesi di limbo.

Quanto sta accadendo alla Villa Reale purtroppo costituisce un disastro annunciato fin dall’inizio di questa disgraziata avventura. Era il 2011 quando una coalizione sociale di comitati, forze politiche e cittadini, riunitosi sotto le insegne del Comitato “La Villa Reale è anche mia”, denunciava il bando per l’affidamento della Villa Reale ai privati, progettato e messo in atto dalla giunta di centro-destra Mariani. A coloro che nove anni fa hanno lottato per la difesa della Villa Reale rimane la magra consolazione di poter dire che i fatti hanno dato loro ragione, andando anzi oltre i timori più foschi. Non solo il recupero della Villa Reale è avvenuto con grande spesa da parte del pubblico e poca da parte del privato (da quanto si può ricostruire, parliamo di 25 milioni da parte di Regione Lombardia contro i 4 milioni da parte del privato), non solo il privato ha avuto in concessione la Villa Reale per cifre irrisorie, se comparate ad altre strutture simili, ma la gestione dei privati vincitori del bando si è dimostrata anche del tutto fallimentare e deleteria. Il risultato finale di questa triste vicenda è la chiusura al pubblico da mesi del corpo centrale della Villa Reale, il destino dei suoi lavoratori appeso a un filo, una diatriba legale che si trascinerà nel tempo e potrebbe costare milioni di euro al pubblico. Senza considerare l’obiettivo generale, fallito, della valorizzazione e della promozione della Villa stessa, in capo tanto al pubblico quanto al privato. Un fallimento che oggi Navarra addebita in toto al Consorzio e alle sue mancanze.

Le responsabilità e le ragioni di ciascuna parte verranno accertate da chi di competenza, ma bisogna constatare con sconcerto che, in tutto ciò, l’amministrazione comunale – il cui Sindaco ricordiamo è anche Presidente del Consorzio – è rimasta sostanzialmente inattiva, come spesso accade anche su numerosi altri temi. Non c’è mai stata dal 2017 una progettualità chiara su come la Villa Reale potesse diventare un polo museale, artistico e culturale trainante ed integrato nel tessuto cittadino. E malgrado la società di Navarra abbia presentato le sue rimostranze e l’intenzione di rescindere il contratto già a dicembre 2019, ancora una volta l’amministrazione ha peccato di scarsa trasparenza nei confronti della cittadinanza, che ha saputo dell’accaduto solo tre mesi dopo, a inizio marzo 2020, e tuttora non ha chiaro quale sarà il destino di uno dei luoghi simbolo di Monza.  L’unico sussulto è stata la convocazione di un Consiglio Comunale aperto tenuto lo scorso ottobre per discutere dell’argomento, utile a nient’altro che a certificare nero su bianco il disastro avvenuto. Non sappiamo se sia ormai davvero troppo tardi per pensare di aggiustare i molteplici danni causati dalle amministrazioni di centro-destra passate e presenti. Certo si dovrebbe avere una giunta che almeno ci provi e non rimanga indifferente o stordita dagli eventi.