Basta dare uno sguardo veloce agli account social del Consorzio del Parco di Monza per accorgersi che da qualche mese viene incessantemente sponsorizzato il sito internet del Masterplan per la Reggia di Monza (https://masterplan.reggiadimonza.it/).
Per tutti quei cittadini che ancora non sono incappati in tali post sponsorizzati, il Masterplan, definito nei dettagli da Regione Lombardia nel 2017 e che dovrebbe concretizzarsi “solo” nel 2023, consiste in un “piano d’azione che dovrà indicare come valorizzare in modo innovativo e sostenibile il patrimonio che compone il complesso monumentale Villa e Parco di Monza”. Per attuare questo progetto Regione Lombardia e, quindi, il Consorzio del Parco di Monza e il Sindaco Dario Allevi, si avvarranno di importanti e validissimi professionisti esperti (tra cui si può citare la società ARIA S.p.A., ormai nota per la perfetta gestione delle prenotazioni vaccinali) per seguire i consigli e i suggerimenti dei cittadini monzesi e brianzoli.
Descritto come è descritto nel sito internet e nei vari post di Facebook e Instagram, sembrerebbe essere una proposta fantastica, priva di lacune e, soprattutto, rispettosa delle intenzioni e dei suggerimenti dei monzesi.
In realtà, non è tutto oro quel che luccica.
È noto che nel 2017 la Regione Lombardia abbia stanziato per ARIA e i suoi validi esperti 55 milioni di euro per questo progetto di rivalutazione del Parco e della Villa di Reale di Monza, che dovrebbe terminare nel 2023. Oltre alle tempistiche molto ampie (“appena” 6 anni dallo stanziamento alla realizzazione finale del progetto), sul sito non si trova un riferimento concreto, una data o una indicazione utile su come e quando si darà veramente via al Masterplan. Inoltre, non è dato sapere se quei 55 milioni affidati alla società di Regione Lombardia siano stati utilizzati e se si in che misura.
Il contesto di incertezza in cui si sta sviluppando il Masterplan ricorda molto il piano per il restauro dell’ex scuola “Borsa”, per cui nel gennaio 2018 il Sindaco Allevi dichiarava “adesso mettiamo il turbo”, prospettando la conclusione dei lavori al più tardi per marzo 2022, ma di cui al giorno d’oggi ancora non si ha notizia alcuna.
Inoltre, ai cittadini monzesi non potrà certamente sfuggire che già nel 2014, con un’importante opera di project financing pari a 19 milioni di euro, il Comune di Monza abbia utilizzato i soldi dei contribuenti per rivalutare la Villa Reale e i suoi giardini. Non può certamente sfuggire che durante la presidenza dell’ex sindaco di Monza, Roberto Scanagatti, la Villa Reale abbia ospitato per un primo periodo alcune mostre (non molte a dir la verità e, comunque, meno di quanto ci si aspettasse) per poi cadere ancora nell’oblio dopo pochi anni, complice la riduzione al lumicino delle mostre e la loro scarsa promozione. Ancora, non ci si può dimenticare dei dubbi dei comitati cittadini e dell’opposizione alla scarsa definizione di una funzione concreta e di un preciso progetto culturale per la Villa e il Parco di Monza.
Ebbene, l’amministrazione attuale, a suo dire rispettosa del volere e degli interessi dei cittadini, vuole ripercorrere ancora gli errori commessi in passato? Si vuole veramente ancora affidare il restauro e la gestione della Villa e del Parco ad un gestore privato, magari specializzato nel restauro, ma che ha già dimostrato gravi problemi di gestione delle risorse affidate? Si vuole ancora rischiare di predisporre un progetto senza visione nel lungo periodo? Certamente in tutti questi anni, trascorsi lasciando cadere nuovamente in decadenza la Villa, si sarebbe potuto intervenire completando e mettendo in attività gli enormi spazi ancora vuoti al suo interno.
Infine, ci si domanda con la classica concretezza monzese: 19 milioni nel 2014 (spesi), 55 milioni nel 2017 (da spendere), X milioni per l’ex Borsa (da spendere dal 2016) a cosa hanno portato?
Al risultato di una Villa Reale che non funziona, a dipendenti licenziati per i quali non si vede un futuro, ad un parco con cascine chiuse e fatiscenti, ad attività insufficienti e casuali.
Questo sarebbe buon governo?